Se le idee della fotografia pittorialista avevano catalizzato l’attenzione dei fotografi nei primissimi anni del ‘900, gli anni della grande depressione sono caratterizzati dall’esplosione della Straight photography.
Esauritasi la Photo – Secession, che accoglieva i dogmi del Pittorialismo, ma allo stesso tempo si apriva anche alla possibilità di una semplice documentazione del reale, esplode la Straitght Photography, completamente in antitesi con il movimento pittorialista e contraria a qualsiasi manipolazione lontana dalle possibilità offerte dall’apparato fotografico.
Non è casuale che questa nasca negli anni della grande depressione statunitense, il crescente interesse nei confronti delle questioni sociali portò alla nascita della figura del fotoreporter e, sulla scia della fotografia documentaria, la Straight photography coltiva i suoi precetti:
qualunque manipolazione della fotografia la allontana dalla verità e, quindi, la rende meno pura.
Ansel Adams e il gruppo f/64
Uno dei pionieri della Straight photography è Ansel Adams.
Durante una vacanza allo Yosemite Nazional Park, a 14 anni, gli viene regalata la sua prima macchina fotografica. Questo evento influenzerà tutta la sua carriera di fotografo, infatti inizia a fotografare i parchi nazionali americani e da questa attività svilupperà la sua idea di fotografia: lo spettacolo sublime della naturà non ha bisogno di artifici per esprimere tutta la sua maestosità, rendendo vano qualsiasi tentativo di allontanare la fotografia dalla realtà.
Questa visione è il punto di partenza per la fondazione del gruppo f/64, in cui confluiranno altri elementi di spicco della fotografia dell’epoca: tra gli altri Edward Weston, Willard Van Dyke e Imogen Cunningham.
Il nome f/64 è una dichiarazione d’intenti, sta infatti ad indicare l’apertura del diaframma per ottenere la maggiore profondità di campo possibile, che in termini pratici significa l’assoluta nitidezza dell’immagine.
Ma l’importanza di Adams non è limitata alle sue fotografie, fondamentale è anche il suo lavoro di ricerca in camera oscura, inventa infatti il sistema zonale (una tecnica per avere un maggiore controllo dell’esposizione in camera oscura) e scrive tre importanti manuali di tecnica, The camera, The negative, e The print.
Ansel Adams, è giustamente considerato il pioniere della Straight photography, grazie alle sue fotografie di paesaggi in bianco e nero, anche se non ha mai approfondito il lato socialmente impegnato del movimento, cosa che invece hanno fatto due fotografi importantissimi degli anni ’20 e ’30: Dorothea Lange e Walker Evans.
Entrambi hanno documentato l’America della grande depressione, raccontando le problematiche delle persone ai margini della società, principalmente tra la California e Cuba.
Dorothea Lange è l’autrice di numerosi reportage, sempre sulla vita di immigranti e operai, e di Migrant mother, una delle fotografie più iconiche del Novecento, mentre Walker Evans ha documentato la rivolta popolare cubana contro il dittatore Machado ed è diventato famoso grazie alla sua ricerca fotografica tra gli strati sociali più disagiati, immortalati nel libro The Americans.