Studio Formafantasma – Materia, design, anima. Uno studio che abbatte il preconcetto, il precostituito. Un elogio del percorso emotivo, dialogo, processo. La forma perde il suo primato, sveste i panni da protagonista indiscussa. Il materico si eleva, riacquista il suo valore. Sapiente raffinatezza.
Un lavoro a quattro mani, due creativi: Simone Farresin e Andrea Trimarchi. Una conoscenza ormai consolidata, dal 2003. Un rapporto lavorativo basato su parità compositiva ed identitaria. Una perfetta fusione. Formafantasma rappresenta uno studio italiano in terra straniera, Olanda. Italiano perché racchiude alcuni principi cardine della nostra estetica ed approccio creativo: dal rapporto col contesto, all’attenzione materica. Perché in Olanda? Per arricchire la propria visione, aumentare il bagaglio, non una fuga, uno scappare dalle proprie origini.
LEGGI ANCHE: Irene Palomar – Confine tra design e scultura
Leggendo il loro manifesto d’intenti, poetica, affiora alla mente il lavoro inedito e sperimentale del movimento Arts and Crafts, dell’Art Nouveau, ma in chiave contemporanea, ribelle, in assidua e vitale difesa dell’etica artigianale, dell’oratoria materica e processuale. Un operato artistico a cavallo tra industria ed artigianato, che eleva, sentimentalizza ed arricchisce “la macchina”. L’industria del design non viene intesa come vassalla del designer, della fama, bensì come sviluppo, parte integrante , del grande lavoro di ricerca.
Un processo incentrato sulla forma come esistenza, che non detta il primato. Un design esito di un lungo percorso, pargolo del dialogo strutturato da un database di immagini, suggestioni, sensazioni. L’evoluzione creativa è l’artefice della forma ed il dialogo l’incipit. La forma segue la materia, non il contrario. Tutto si impianta attraverso una serie di associazioni d’immagini, un’analisi visiva che porterà a creare un prodotto finale nuovo. Una fase iniziale ricca di sensazioni, suggestioni, che nascono ancor prima di definire la tipologia. Il risultato appare alla fine del viaggio, così come la “forma fantasma”. Come un tessuto raffinato impiega più fili, così il manufatto acquista anima attraverso il processo, l’unione dei vari tasselli. Tra i primordiali risiede il materiale.
LEGGI ANCHE: Angela Simonelli, Food design: l’arte di impiattare il cibo – Intervista
Studio Formafantasma, lontano dall’elogio e divinizzazione della forma, vicino all’esaltazione del materico. Il materiale, l’anima dell’artefatto, riacquista il valore perso durante l’industrializzazione del design. Si carica di potere, ancor prima della forma. Farresin e Trimarchi condividono un iter progettuale, creativo, retto da etica ed amore per la ricerca. Opere che fanno dell’architettonico genius loci un punto fisso. Un ruolo attivo nel grande mondo del design contemporaneo. Plasmando l’ultimo verso del Paradiso dantesco potremmo dire che è la ricerca “che move il sole e l’altre stelle”. In un mondo dominato dall’omogeneità e dalla riproduzione in serie Formafantasma gioca un ruolo radicale nella sua diversità.
È un materico che dialoga perfettamente con il contemporaneo, che ne tesse le lodi, gli aspetti etici. Il loro lavoro esplicita il nascosto, l’affascinante ed immenso mondo celato dietro all’estetica, alla forma prodotto finale. In grado di far parlare i materiali, di renderli oratori, potenti nella loro potente espressione.
Lavori commissionati da una varietà di partner che include: Fendi, Max Mara – Sportmax, Hermès, Droog, Nodus rug, J&L Lobmeyr, Gallery Giustini / Stagetti Roma, Gallery Libby Sellers, Established and Sons, Lexus, Krizia International e Flos. Eccellenze nel mondo dell’arte, dalla moda all’architettura d’interni. Un archivio denso, colmo, vissuto a partire dal 2008, che percorre il loro modo di pensare, vedere, agire: da “A touch of green” a “ Ore Streams”.
Studio Formafantasma
Meeuwenlaan 106 G,
1021 JL, Amsterdam
The Netherlands