Un viaggio di libera espressione, abilità stilistica plasmata sulla volontà di affermare il proprio credo, i Talents 2015 di Accademia Costume e Moda modellano l’idea di moda tra funzionalità e armonia e il “gender bender” fa da protagonista durante Altaroma.
Collezioni uomo o donna non importa, ma il significato profondo, specchio della società contemporanea, riflessione pensante e non apparente.
Il samurai di Tommaso Fux incontra la Geisha in Miku, sposando due anime contrapposte ma indissolubili. Così la grazia incontra la fierezza, leather armour proteggono abiti plissé accesi dalla palette cromatica di marroni, bordeaux e neri addolciti da fiori di pesco.
Il corpo è la tela sulla quale Federica Foglia dipinge Shibari con rossi, coralli, blu e rosa che sporcano l’organza impalpabile, mentre lurex e paillettes scolpiscono la silhouette definendo beachwear-kimono dall’estetica in movimento.
Dall’oriente alla metropoli i generi si confondono e Debora Fossaceca spegne la differenza tra uomo e donna in Let me change. Capospalla maschili diventano gonne, e pantaloni, gilet: duttilità e trasformismo per una capsule decisamente strong.
Forte, come il vibe di Andrea Alfidi, positivamente assordante come quello di un rave, in cui il contorno non conta, ma solo l’essenza. Tekno_Vintage è metropoli, è fatiscenza rinata attraverso il vintage: ampi volumi prendono vita da overlaps di texture che fondono denim a tessuti spalmati e tecnici. Tocco avant-garde che mixa la dolcezza dei colori pastello e del denim alla struttura solida delle forme modellate da zip a vista e black shoes importanti, techno jungle h24.
La realtà è posta in primo piano, arida, cruda, come quella raccontata in Plastic n°5.
C’era una volta un clochard, scrive Silvia Stefanucci attraverso l’uso di accessori ”ready to move”: borse oversize per trasportare e spostare la propria vita, tasche componibili giocano tra zaini e stivali, funzionalità e stile ricercato, soprattutto nei materiali. Coccodrillo e vipera si legano a rubbish bag per un effetto lussuosamente barbonesco a riflettere la bipolarità contemporanea.
Serve abilità di adattamento per sfuggire al rigore imposto dalle regole, dagli abiti d’ufficio e Margherita Feliciangeli costruisce una via di fuga: Under the Jacket, esaltando la trasgressione della pelle tatuata che si cela sotto i tagli classici in un’osmosi liberatoria.
Escape sportiva quella di Federico Bucari. White-out minimale e ricchezza nei dettagli, Par4 gioca a golf traducendo le mille sfaccettature della palla nei tessuti tecnici e nelle lavorazioni inconfondibili. L’eleganza nelle costruzioni, semplici ma definite, si estrinseca nei materiali: cavallino e galvaniche nichelate a ricordare i manti erbosi e i ferri da golf per un effetto multisensoriale.
Shiny shades, invece, per Domizia Deiana e Lucrezia Abatzoglu. La prima a ricordare lo scorrere del tempo, vernice che si scrosta da un cancello. Memory Lane mixa maglieria e pelle di rettile in un gioco di morbido e rigido, come una seconda pelle che lasci a intravedere il materiale prima del degrado, ruggine che si impossessa del metallo sgretolandolo. La seconda a riecheggiare la bellezza ellenica dell’Ottocento in Anamnisis. Decoro e lavorazioni preziose fondono simboli e geometrie in soprabiti oversize che come una colata preziosa avvolgono la figura definita da cinture orientaleggianti. Motivi barocchi e lurex per un’eleganza senza tempo, quasi mitologica.
Un salto nell’infanzia americana anni ’50 per Lolito, dove vestiti babydoll, gonne plissettate e cappottini con dettagli in pelliccia definiscono le forme di un gioco dove generi ed età si fondono in un unicum. Celebrazione del sartoriale di un tempo, bambini che giocano a essere adulti, uomini che giocano a esser altro, oltre, rubando tagli e colori al guardaroba femminile.
Rosa candy, carta da zucchero e panna spray definiscono la cartella colori che dipinge neoprene, pellicce spalmate, organze, twill e suede trasformando i capi in gelato e zucchero filato. Nicola Martin Garcia crea un mondo soft che stimola vista e gusto, vincendo il premio Talents 2015 con un mood innocente che trascende schemi e parametri precostituiti.
10 stili, 10 “Io” che ridefiniscono il concetto di bellezza. Non pura estetica, puro significato.
Articolo di Valentina Balzer