Se davvero manca il respiro leggendo, il libro è ben riuscito. Il thriller ha questo come scopo: far mancare il respiro, tenere sul filo del rasoio. Tra maestri del genere a giovani autori, ecco cinque thriller che il respiro lo levano sicuramente.
#1 Misery
Il maestro del thriller e dell’horror. Un libro incredibile. L’ossessione che rompe i limiti tra amore incondizionato e odio. Un’opera di ansia, senza necessità di luoghi né di ambientazioni: la follia chiusa in una casa basta a levare il fiato.
«Io mi chiamo Annie Wilkes. E sono…»
«Lo so», la interruppe lui. «Sei la mia ammiratrice numero uno.»
«Già», fece lei e sorrise. «Proprio così.»
#2 La verità sul caso Harry Quebert
Uno dei libri più venduti negli ultimi anni, un successo tanto meritato quanto enorme. L’amore, la paura, il dubbio, la ricerca e l’ansia in tante, tante pagine che volano in pochi, pochi giorni. E’ un libro che rapisce, che scorre, un libro che tiene sul filo del rasoio, a metà tra la verità e il mistero.
“Ovunque possiate fuggire, i problemi che vi affliggono si infileranno nei vostri bagagli e vi seguiranno dappertutto.”
#3 Il Codice da Vinci
Un libro così ben costruito da risultare difficile alla comprensione, perlomeno all’inizio. Ma è un libro che più si prosegue, più attira; più si infittisce, più interessa; più è impossibile, più va capito.
“I simboli sono un linguaggio che ci aiuta a capire il passato.”
#4 Il silenzio degli innocenti
Un must della letteratura thriller. Personaggi giusti in una storia giusta. Una storia appassionante, che va l’oltre l’inquietante, oltre la paura, va oltre tutto, è ricerca della verità, disperata ricerca di umanità.
“Il significato della crisalide è il cambiamento, la trasmutazione. Il bruco diventa farfalla o falena. Billy crede di voler cambiare.”
#5 Dieci piccoli indiani
Ci sarebbe troppo da dire, troppo da commentare; uno dei libri preferiti da tutti, il capolavoro di un genio. Dai personaggi alle situazioni, ogni elemento è incastrato perfettamente in una folle rete di collegamenti, ogni riga di ogni pagina alza solo il livello di terrore, infittisce continuamente, non lascia trasparire nulla se non ansia, ansia, l’ansia che un thriller deve avere. Il libro – e la scrittrice – che ha insegnato a fare thriller.
“Solo, il povero negretto / in un bosco se ne andò
Ad un pino si impiccò / e nessuno ne restò”