Artista cinese-americana, Tina Yu propone una nuova e multi sfaccettata visione del mondo femminile: aggraziata e maliziosa, cibernetica e tradizionale, grottesca e leziosa. Cresciuta con il mito di Barbie, la Graphic Designer Tina Yu ha saputo trasformare questo gioco nel soggetto principale delle sue creazioni, che comprendono ciondoli, disegni, dipinti tridimensionali e sculture.
Nata in Cina e formatasi al Pratt Institute di New York in Graphic Design, Tina Yu inizia a scolpire nel 2016. Appassionata di bambole fin da bambina, si è dedicata alla sperimentazione scultorea in modo del tutto casuale, nel tentativo di riprodurre i suoi miti infantili. Sono nati, così, dapprima, i ciondoli a forma di mani, poi i dipinti e, infine, le sculture dalle forme antropomorfe o riferite a personaggi e costumi popolari.
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Ogni opera di Tina Yu è creata in modo da evocare un nuovo pensiero sulla contemporaneità e sulla femminilità. Ogni dettaglio – i colori, le pose, lo sguardo – va ricondotto al messaggio che l’artista vuole comunicare, che spesso si contrappone all’immagine sublime o patinata dell’oggetto. Tina Yu colpisce soprattutto per l’ingenuità delle sue figure e per l’atmosfera calma e tranquilla evocata dalle cromie usate, chiare e pastello. Grazia e pudica sensualità si insinuano nelle sculture di bambole che di candido hanno ben poco, se osservate con attenzione. Geishe maliziose, donne cyborg, coniglietti che lacrimano sangue. E ancora, disegni che ricordano i personaggi di Tim Burton o la Regina di Cuori mozza teste, tratti delicati per indicare mostri e incubi che popolano i pensieri e le parole di giovani e pulite fanciulle.
Che siano figure celebri oppure personaggi derivata da ricordi d’infanzia, le sculture in argilla polimaterica di Tina Yu propongono una rilettura libera, ma al contempo distorta e surrealista, dell’essere donna. Come lei stessa ha affermato in occasione della sua prima mostra personale “Happily Ever After” all’ Arch Enemy Arts Gallery di Philadelphia (2017):
“Perché le ragazze devono scegliere tra essere piccole principesse femminili o donne cazzute, perché non possiamo essere entrambe le cose?”
Anche se naturalizzata americana, Tina Yu non può cancellare dal suo DNA le sue origini cinesi, evidenti in alcune scelte imprenditoriali azzeccate e nella sua fine manualità.
Il suo account Instagram, che vanta oltre 260.000 follower, è stato aperto come vera e propria galleria per mostrare il suo lavoro, in parallelo con la pubblicazione su Patreon di video tutorial esclusivi per i membri della piattaforma. Instagram viene anche utilizzato dall’artista per comunicare news sul suo operato, come l’annuncio della prossima personale che si terrà nel 2020 alla Corey Helford Gallery (Los Angeles, CA).
Il sito ufficiale di Tina Yu, invece, oltre all’archivio dei lavori, propone una sezione Shop con diverse tipologie di opere e la possibilità di realizzare servizi su commissione.
La dovizia di particolari che si riscontra nelle sue creazioni deriva da una perfetta fusione tra pazienza, costanza, caparbietà e precisione, elementi cardine di una tradizione culturale incancellabile ed innegabile. E anche un po’ di Trash, che non guasta mai.
Un concentrato, insomma, di tutto quello che serve ad un artista per affermarsi: inventiva e abilità, contatti, sostenitori, buona comunicazione, finanziamenti. Laboriosità cinese nella patria del capitalismo.
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