Urania d’Agosto è un primo studio, presentato da Sardegna teatro, dell’adattamento di Davide Iodice del testo di Lucia Calamaro.
Urania d’Agosto ha le qualità morali di un romanzo di formazione accidentale sviluppato su una figura amara, indecisa su tutto, delusa a prescindere, dove lo scandaglio dell’inazione e della crisi esistenziale, anche se sostenuti dal fermento della fantasia, vengono sempre traditi dalla caduta nel reale, che è più forte, più vasto, più tutto: “è l’impossibile, quello vero”.
Il testo di Lucia Calamaro verrà rappresentato da Davide Iodice al Teatro Argot Studio dal 27 Febbraio al 1 Marzo; una donna matura scocciata, seccata, asociale, accanita lettrice notturna di Urania e fanatica della vita e opere degli astronauti, durante un isolatissimo agosto in città, soffre di un’estrema crisi di alienazione e comincia a confondere le cose. Poco a poco il suo spazio interiore, fratturato dall’insonnia, trasformerà lo spazio esteriore in spazio siderale in cui gli alieni strambotici delle sue letture possono apparire. Da questa stagione di lotta interiore uscirà profondamente trasformata.
NOTE DI REGIA
Lavorare sulla scrittura di Lucia (Calamaro) fornisce un’esperienza intima, caotica e indocile come sono gli ingarbugli dei pensieri, il flusso irrisolto della psiche. Senza un filo narrativo, affiorano tratti densi di umanità e la riscrittura scenica verso la quale abbiamo proceduto si articola sulle modulazioni sentimentali di figure che abitano un universo di solitudine. Questo testo è un canto psichico, rappresenta lo sprofondamento esistenziale di Urania, una signora anziana, stralunata che galleggia nel suo cosmo personale, nell’interiorità negletta di una vecchiaia irretita dal tedio dell’esistenza. La scena è spazio medicale, dal colore azzurro di Urano, dove si dispiega la dinamica tra Maria Grazia Sughi – attrice cui il testo è dedicato, fervente fulcro di questo immaginario – e Michela Atzeni, coro corporeo e contraltare di un costante flusso di coscienza. Già presenze preziose di Sonnai, ho lavorato con loro per operare una sintesi del testo non prosastica ma poetica, in cui risuonasse espanso l’eco del vuoto siderale di un unico stato di coscienza. La metafora cosmologica funge come basso continuo; la casa è una stazione orbitante in cui i significati fluttuano. La solitudine dell’astronauta si rispecchia nella condizione ovattata e sbiadita dell’anzianità, in cui i contorni dei ricordi si illanguidiscono e la domanda di senso rimbomba scottante e insieme distorta.
(D. Iodice)
Urania d’Agosto, Teatro Argot Studio dal 27 Febbraio al 1 Marzo.
di Lucia Calamaro
adattamento e regia Davide Iodice
con Maria Grazia Sughi e Michela Atzeni
spazio scenico Tiziano Fario
costumi Daniela Salernitano
aiuto regia Giusi Salidu
luci Loic François Hamelin
sarta Adriana Geraldo
Dal 27 Febbraio al 1 Marzo, ore 20.30