Zio Ivan è l’opera liberamente ispirata al lavoro di Anton Čechov, dall’8 al 17 novembre a Teatro Argot.
Zio Ivan – Prendendo le mosse dall’opera di Čechov, Alice Spisa firma e dirige Zio Ivan: uno spettacolo che narra di un mondo sempre più improntato all’individualismo, in un’Italia arida e accecata dagli idoli.
L’uomo moderno combatte continuamente con la paura di perdere ciò che ha, quel poco che è tutto: la posizione sociale conquistata negli anni, la persona pubblica accettata e immutabile, il piccolo angolo di giardino coltivato con fatica, sudore e sacrificio.
Così è alla continua ricerca di un posto nel mondo in cui poter affermare la propria esistenza e spesso, fortunatamente, la flebile speranza che rimane vive nell’eredità morale: la casa d’infanzia.
Siamo in Nord Italia, in una grande azienda produttrice di vini ora trasformata in agriturismo, la vita operosa dei suoi abitanti è messa a soqquadro dal ritorno di Vittorio, luminare delle arti ed ex star del piccolo schermo, e di Elena, la sua enigmatica seconda moglie. Gli equilibri interni, costruiti a fatica nel corso di anni, vengono sconvolti e i non detti prendono corpo fino ad esplodere.
Nonostante il sogno di una pacifica vita ultraterrena sembri ormai utopico, le parole di Sofia, che tiene silenziosamente le redini della vicenda come testimone e custode, sembrano trovare uno spiraglio di speranza in un messaggio di cura, di attenzione e di dedizione verso l’altro, ricordando che salvare un singolo uomo è per certi versi come aver salvato l’umanità intera.
Nel ruolo principale di Ivan c’è Marco Quaglia, Alice Spisa è Sonia, il personaggio di Vittorio è interpretato da Amerigo Fontani, Maria Chiara Pederzini è Elena, Nicola Andretta nel ruolo di Marco.